Ola Pehrson - Unabomber
a cura di / curated by Francesca Marianna Consonni e Davide Di Maggio
Ola Pehrson
a cura di Francesca Marianna Consonni e Davide Di Maggio
Dopo la pausa invernale, la Galleria Davide Di Maggio, in collaborazione con il Moderna Museet di Stoccolma, presenta la prima personale in Italia dell’artista svedese Ola Pehrson. L’artista realizza un perfetto remake del documentario dedicato al noto sociopatico. L’opera consiste in due scene compresenti: un video ed un set di documentazione . Il video è un remake attento e particolareggiato del documentario Hunt of Unabomber, rifacimento all’americana della nota vicenda del bombarolo che ha seminato panico per quasi vent’anni in tutta l’America; l’obbiettivo omicida era determinato a minare le basi dell’economia americana e il sistema del capitale. L’artista raccoglie dal film ogni singolo dettaglio usato per costruire il racconto: prove indiziarie, tracce, documenti, oggetti, foto, edifici. Tutta l’apparentemente giustissimo fascicolo di cose che in ogni buon documentario costituisce “la ricostruzione”, tutto ciò che viene tessuto alla trama attraverso il filo della tensione e l’ago dell’inchiesta, viene qui riprodotto in cernit, plastilina, cera e in materiali vari. Duecento miniature costituiscono il materiale del video; l’artista rifilma tutto il documentario con precisione chirurgica sostituendo oggetti, ambientazioni e documenti mediatici con quelli modellati.
I suoi rilievi stiacciati sono di una veridicità assurda, costruiti perché risultino reali solo attraverso il video. Il lavoro è infatti una specie di quadricromia scultorea: l’oggetto non è del tutto tridimensionale, le masse di colore sono giustapposte,le ombre colorate, la resa fortemente cromatica, quasi come quelle pellicole in 3D viste senza occhiali. Il tutto diventa magicamente vero se ripreso in toni di grigio. Inoltre tutti i momenti drammatici, tipici del racconto “discovery”, sempre allarmato e ansioso, sono quindi esposti per la loro falsità meticolosa: la sola ricostruzione ne rende paradossale l’affettazione. Il lavoro di Ola Pehrson è la mise en scéne del dramma della comunicazione e il sacrificio della rappresentazione. La bellezza e il valore di quest’opera stanno anche nel suo impegno tecnico, senza alcun conato di morale. L’aspetto della vischiosità della comunicazione mediatica, l’ambiguità assoluta e il continuo confondersi tra la vertità e la finzione, tra il fatto e la sua ricostruzione, tra la retorica della comunicazione e la simulazione di sentimenti, il tilt tra le sue psicosi reali e quelle indotte dai nostri sistemi d’informazione pongono questo lavoro in una felice continuità con i temi ballardiani più attuali.
Ola Pehrson (1964-2006) nato a Stoccolma, morto a Ljunsdal, Svezia.
Ha studiato arte alla Hochschule der Künst a Berlino e ha ricevuto il Master nel 1997 alla Royal Accademy of Fine Arts di Stoccolma. Tra le altre ha avuto mostre personali alla Galeri Lars Bohman, a Stoccolma alla Galeria Noua a Bucarest e alla Collective Gallery a edinburgo. Il suo lavoro è stato inoltre incluso in numerose mostre collettive al Moderna Museet di Stoccolma. Alla Malmoe Konsthall e in Giappone allo Yamaguchi Museum of art. Hunt of Unabomber è stato incluso alla 9th Biennale Internazionale di Istanbul nel 2005 e alla 27th Biennale di Sàao Paolo nel 2006
Solo exhibitions
2007, Hammer Museum, Los Angeles, United States / 2005, Galleri Lars Bohman, Stockholm, Sweden / 2003, Galeria Noua, Bucharest, Romania / 2002, Galleri Lars Bohman, Stockholm, Sweden / 2001, Collective Gallery, Edinburgh, United Kingdom / 2000, "Art Statements", Art Basel, Switzerland (with Galleri Axel Mörner) / Galleri Axel Mörner, Stockholm, Sweden / 1999, Galleri Axel Mörner, Stockholm, Sweden
Group exhibitions
2009 - 2010 “Chasing Napoleon”, Palais de Tokyo, Paris, France / 2009 “Wealth of Nations”, Cinema City, Novi Sad, Serbia / 2008 “RITORNELL, Nine Stories”, Galerie im Taxispalais, Innsbruck, Austria / “Coming to you LIVE”, Art in General, New York, United States / “My Computer”, 300m3 Art Space, Göteborg, Sweden / 2007, “Negatec”, Espacio Fundación Telefónica, Buenos Aires, Argentina / 2006 “Altered Stitched and Gathered”, P.S.1, New York, United States / “We all laughed at Christopher Columbus”, Stedelijk Museum, Amsterdam, The Netherlands / "27th São Paulo Biennial" São Paulo, Brazil / “Modernautställningen 2006”, Moderna Museet, Stockholm, Sweden / 2005 “Post modellismus”, Krinzinger projekte, Vienna, Austria “/9th International Istanbul biennal”, Istanbul, Turkey / “Edstrandska Stipendiet”,Malmö Konstmuseum, Sweden / 2004 "Muslim Mulliqi", Prishtina, Kosovo /"Momentum 2004", Moss, Norway / "Delayed on time", Zagreb, Croatia / ”Scream”, Färgfabriken, Stockholm, Sweden / "channel 0" Yamaguchi Art Museum, Yokohama museum of contemporary art, Hagi uragami museum, Japan / 2003 “Invisible wealth”, Färgfabriken, Stockholm, Sweden / "SE-BASHKU-JUNTOS-TILLSAMMANS", Tirana Biennale, Albania / “Look into the future and understand why”, IASPIS gallery, Stockholm, Sweden / “Boogie woogie wonderland”, Yamaguchi, Japan / 2002 "Money - the last taboo", Biel, Switzerland / "Over the Horizon", Malmö Konsthall, Malmö, Sweden / 2001 "Stereo", Yamaguchi museum of art, Japan / "Platform", Kitakyushu, Japan / "WHW" Zagreb, Croatia / 2000 “Organising Freedom” , Moderna Museet, Stockholm, Sweden / 1999 “Best Before” Tensta Konsthall, Stockholm, Sweden / "Onufri" Tirana , Albania
Collections
Malmö konstmuseum, Sweden / Moderna Museet, Sweden / The National Public Art Council Sweden