Markus Willeke - Riddlers Revenge

a cura di / curated by Davide Di Maggio

ANNO 2003

Riddlers Revenge
GALLERIA DAVIDE DI MAGGIO, MILANO

Markus Willeke. Per la sua prima personale italiana l'artista tedesco presenta una serie di opere inedite su tela, per la maggior parte realizzate per questa occasione, che ripercorrono e ripresentano le diverse tipologie tematiche attreverso cui si muove l'immaginario dell'artista.
La galleria Davide Di Maggio - Mudimadue prosegue la sua ricognizione attraverso le ultime generazioni di giovani artisti tedeschi, proponendo la mostra di Markus Willeke artista trentunenne di Recklinghausen, Colonia, oggi residente a Berlino.
Per la sua prima personale italiana l'artista tedesco presenta una serie di opere inedite su tela, per la maggior parte realizzate per questa occasione, che ripercorrono e ripresentano le diverse tipologie tematiche attreverso cui si muove l'immaginario dell'artista.
La compresenza di temi diversi è una caratteristica che accompagna da sempre il lavoro pittorico di Willeke, che si sposta orizzontalmente tra serie di soggetti diversi: il ciclo ispirato alla nota serie di cartoni animati ''South Park'', quello ''notturno'' sulle strade imbevute di pioggia e di traffico insieme a quello parallelo sui particolari ravvicinati delle automobili, i ritratti costruiti attraverso i dettagli ingigantiti dei tratti del volto e la serie di case e paesaggi immersi nella neve ispirati alle atmosfere rarefatte ed inquietanti del film Fargo dei fratelli Coen.
I colori acrilici vengono diluiti al massimo delle loro possibilità e la pittura acquosa, stesa per pennellate larghe e sfratte, vibrante di cangiantismi e luminescenze, assume le caratteristiche formali ed espressive dell'acquarello (altra tecnica molto usata dall'artista, come nella serie di opere su carta presenti in mostra).
Anche il cartone animato di South Park, che da origine ad un'intera serie di lavori di Markus Willeke, adotta un'animazione ridotta all'elementarietà più assoluta, senza prospettiva, senza 3-D, caratterizzata dalle geometrie grossolane delle figure e dal loro modo legnoso di muoversi in uno spazio piatto che ricorda Pack-Man e i videogiochi delle prime generazioni. Epppure la particolarità di South Park sta nel fatto di aver associato questa semplicità tecnica nella resa dei personaggi (i protagonisti sono tutti esclusivamente bambini) ad un linguaggio parlato e a contenuti totalmente eterodossi rispetto alla presunta limpidità del mondo dell'infanzia: scurrilità verbali e fonetiche, crudeltà , invidia, vendetta e argomenti tabù quali sesso e politica, i più delle volte affrontati naturalmente da angolature ''politically scorrect''.
Willeke condivide questa visione e le sue figure apparentemente innocue sono capaci di caricarsi di un'aggressività sorprendente: imbracciano le motoseghe circolari e guardano minacciose, ci sospingono in una partita di hockey che ha più le caratteristiche di una violentissima rissa tra gangs che di un incontro sportivo, ci guardano con occhi cristallini e terrorizzati, oppure ci fissano immobili come piccoli alieni malvagi in un film americano degli anni '50 o ancora ci introducono in paesaggi irreali dove ogni punto di appiglio visivo si accartoccia su se stesso, inghiottito in un vortice che liquefa la sostanza razionale delle cose. Verrebbe in mente una definizione di Freud, che in pieno positivismo Biedermaier riprese dando un'ennesima spallata al sistema definendo il bambino ''il piccolo perverso polimorfo''. Polimorfi sono anche i personaggi di Willeke, limpidi nella semplicità del loro apparire, ma ambigui nel senso della loro presenza e della loro azione, che ricordano certi tratti delle bambine languorose di Marlene Dumas, ma posseggono in più un'autodeterminazione e una consapevolezza ironica, se non sarcasatica, dettate entrambe dalla prima regola di gioco che vige a South-Park, quella secondo cui nel gioco non ci sono regole. Appunto.
Galleria Davide Di Maggio
C.so di Porta Romana, 6 - 20122 Milano