V40 (VOSTELL 40 JAHRE ALT), 1972
Wolf Vostell curated by Davide Di Maggio (ADEC, Milan))
Wolf Vostell nasce a Leverkusen, in Germania, nel 1932.
Nel 1954 si reca a Wuppertal, (Germania) dove frequenta l’Accademia delle Belle Arti; da questo momento in poi inizia a realizzare opere pittoriche e tipografiche di chiara impronta sperimentale.
Sono per Vostell gli anni della formazione: sempre nel 1954 si reca per la prima volta a Parigi, dove esce su “Le Figaro” una delle prime recensioni sui suoi “dé-coll/ages”, opere che, secondo la stessa definizione di Vostell: “rinviano a un principio della negazione estetica, o a un’estetica della negazione: a forme di distruzione, volontaria o involontaria, per opera dell’uomo o del destino. Il processo del dé-coll/age, che deforma l’oggetto, è anche un evento, un avvenimento, una azione che ha la stessa importanza del risultato estetico”.
Tornato in Germania, Vostell presenta a Wuppertal il suo primo happening, l’azione dé-coll/age “Skelett”. In questo periodo avviene l’incontro con Stockhausen, presso gli studi della WDR di Colonia.
Nel 1958 torna a Parigi, dove realizza il suo secondo happening europeo, “Le Theatre est dans la rue”, un’azione dé-coll/age, con protagonisti gli anonimi passanti di una strada parigina. In questo periodo si reca inoltre per la prima volta a Guadalupe e a Cáceres, in Spagna.
Il 1958 è soprattutto l’anno in cui realizza le prime opere in cui compare il televisore. Se infatti l’anno chiave per la nascita della video arte è comunemente il 1963, ben prima iniziano le sperimentazioni di Vostell, che già dal 1958 inserisce l’oggetto televisivo all’interno delle sue opere, in modo che, attraverso i tagli e le rotture delle tele, fosse possibile intravedere il segnale elettronico luminoso.
Elemento chiave della ricerca iniziale di Vostell è un iroso e violento attacco all’uso merceologico e superficiale del mezzo espressivo, che si realizza nella distruzione e nella decostruzione fisica e concettuale dell’oggetto, smembrato e ferito in quelli che l’artista, per tutto il proprio percorso espressivo, definisce dé-coll/ages.
Nel TV De-coll/age (1958), Vostell propone una grande tela incolore, lacerata in vari punti da cui si intravedono altrettanti occhieggiamenti di schermi, con le loro emissioni assurdamente decontestualizzate, ridotte a residui e metafore inquietanti”. L’azione e la solitudine identificano un campo di riflessione molto preciso, in cui lo spettatore diviene monopolio dell’oggetto televisivo, e perde, isolandosi dall’universoesterno alle trasmissioni, il contatto con il reale e con la drammaticità degli eventi storici in corso in quegli anni.
Nel 1961 Vostell inizia a creare alcune azioni spontanee con la collaborazione di Nam June Paik ed altri artisti, nell’ambito delle pratiche di Fluxus. A contribuire a queste ricerche è l’incontro con Maciunas nel 1962, momento centrale del percorso espressivo di Vostell, che già si era accostato al movimento sorto in Germania e negli Stati Uniti. L’artista tedesco, infatti, non segue il percorso prettamente artistico-musicale proposto in quegli anni dagli studi di Colonia di Paik/Stockhausen e di Cage, ma si avvicina a Fluxus con l’intento di approfondire l’idea di azione espressiva, arrivando a dichiarare l’azione stessa opera d’arte.
È infatti l’agire il centro della sua ricerca e l’elemento che caratterizza tutte le sue operazioni artistiche, dagli happening alle installazioni.
Sempre nel 1963 presenta il suo primo video sperimentale, “Sun in your head”, realizzato sull’immagine disturbata della programmazione televisiva, attraverso l’uso di elementi elettronici e calamite.
Nel 1964 realizza il suo happening più completo, per la città di Ulm, in Germania, della durata di sei ore e
girato in 24 luoghi della città.
Negli anni Settanta realizza il video “Disasters” (1973), in collaborazione con la NBK, inoltre viene allestita la grande retrospettiva al Museo d’Arte Moderna di Parigi, a cura di Suzanne Pagé, che nel 1975 viene esposta anche a Berlino.
L’anno successivo Vostell fonda il Museo Vostell Malpartida, in Spagna, dove tra le altre opere vi è una importante collezione di opere di artisti Fluxus. Successivamente, partecipa alla VI Documenta di Kassel.
Dopo Kassel, Vostell torna a lavorare sull’environment “Endogen Depression”, realizzandone una versione con trenta televisori a Los Angeles.
Proseguono nel frattempo le partecipazioni a grandi esposizioni internazionali e le retrospettive presso grandi musei europei.
Muore a Berlino il 3 aprile 1998.