Hidetoshi Nagasawa
Hidetoshi Nagasawa nasce nel 1940 in Manciuria. Nel 1945 a seguito dell’invasione da parte dell’Unione Sovietica, la sua famiglia intraprende un difficile viaggio di un anno e mezzo verso il Giappone. Laureato nel 1963 in Architettura e Design, trova lavoro come architetto, dopo essersi legato al gruppo Gutaj, nel 1966 sposa Kimiko Ezaki e dopo pochi mesi parte dal Giappone in bicicletta dirigendosi verso Ovest. Nell’agosto del 1967 arriva a Milano, dove si conclude il suo viaggio a causa del furto della bicicletta. Trova uno studio nel quartiere operaio di Sesto San Giovanni ed entra in contatto con un gruppo di artisti tra cui Enrico Castellani, Luciano Fabro, Mario Nigro, Antonio Trotta e Athos Ongaro. Nel 1972 partecipa per la prima volta alla Biennale di Venezia. Negli anni Ottanta il lavoro di Nagasawa subisce un ampliamento di scala che lo porta a creare ambienti al confine tra scultura e architettura; le sue opere diventano antigravitazionali, capaci di sfidare le leggi della fisica e la forza di gravità.
Tra la fine degli anni 80 e gli anni 90 è presente in tutto il mondo in importanti appuntamenti nazionali e internazionali: da Kassel, per la IX edizione di Documenta nel 1992, alla Biennale di Venezia nel 1993. Nagasawa crea un perfetto connubio tra arte Orientale e arte Occidentale e le sue opere sono metafore di viaggi nel tempo e nello spazio, in una ricerca costante di equilibrio strutturale, tra peso e leggerezza. Numerose sono le sue installazioni permanenti all’aperto che, vengono realizzate in situ, ideate in-e-per quel luogo, in un serrato dialogo tra ambiente e scultura, tra opera e spazio. Le sue opere sono nelle collezioni del Solomon R.Guggenheim Museum di New York, Middelheim Muse, Anvers) e Giappone (National Museum of Modern Art, Osaka; Museum of Contemporary Art, Hiroshima; Municipio Adachi-ku, Tokyo; Contemporary Art Center, Mito), che espongono i suoi lavori. Nagasawa è scom